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Scoperto nuovo ragno metà maschio e metà femmina: ribattezzato come un famosissimo personaggio

RagnoScoperto nuovo ragno metà maschio e metà femmina: ribattezzato come un famosissimo personaggio - parcopreistorico.it

Un raro esemplare di ragno metà maschio e metà femmina scoperto in Thailandia: è una nuova specie perfettamente divisa

Nel distretto di Kanchanaburi, tra la vegetazione fitta che ricopre le colline della Thailandia occidentale, un gruppo di studiosi ha osservato qualcosa che, a primo impatto, sembrava quasi un’illusione ottica. Si trattava di un ragno. Ma non uno qualsiasi. L’animale, scoperto da un’équipe del Museo di Storia Naturale dell’Università Chulalongkorn, mostrava una divisione netta del corpo: un lato più grande, colorato e robusto, l’altro minuto e più chiaro. Un contrasto visivo che ha immediatamente attirato l’attenzione del team, abituato a ben altri dettagli morfologici. Il sospetto, confermato dal microscopio, era uno solo: ginandromorfismo. Una condizione biologica estremamente rara, nella quale un singolo individuo presenta caratteristiche maschili da un lato e femminili dall’altro, in maniera perfettamente simmetrica.

Un nome ispirato ai manga, una scoperta che entra nella storia della zoologia

La scoperta risale a novembre 2025, ma solo ora sono stati pubblicati i primi risultati e le immagini dettagliate dell’esemplare. Non si tratta solo di un caso eccezionale di ginandromorfismo: il ragno in questione appartiene a una specie mai classificata prima, battezzata con il nome di Damarchus inazuma. Il riferimento, chiaro, arriva dal manga One Piece, dove il personaggio di Inazuma è capace di cambiare sesso a piacimento. Proprio come il ragno, almeno nella forma visiva. Un lato del corpo è arancione intenso, l’altro bianco pallido, con una linea centrale che sembra tracciata col righello. Gli studiosi hanno parlato di “simmetria quasi grafica”, tanto è precisa la separazione tra i due emisomi.

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Un nome ispirato ai manga, una scoperta che entra nella storia della zoologia – parcopreistorico.it

Il fenomeno non è mai stato osservato prima nella famiglia Bemmeridae, un ramo poco studiato degli aracnidi tropicali. E nei migalomorfi, il gruppo più ampio a cui appartiene, si contano solo due precedenti. Il corpo dell’esemplare mostra anche tratti funzionali diversi: le appendici femminili da una parte, le zampe sottili tipiche dei maschi dall’altra. Un caso unico che pone interrogativi sulla formazione genetica e sui possibili fattori ambientali che possono aver influenzato la crescita.

La Damarchus inazuma vive sottoterra, in piccole tane scavate nel terreno. Si mimetizza tra le foglie, attendendo le prede. Le femmine di questa famiglia sono note per la taglia maggiore e le colorazioni accese, mentre i maschi si presentano più chiari, con abitudini più elusive. In questo esemplare, questi due mondi coesistono. Non a caso, il team ha scelto un nome che richiama l’ambiguità visiva tra i sessi, senza mai sfociare nell’antropomorfismo.

Una creatura reale che sembra uscita da un fumetto giapponese

È raro, anche per gli esperti di aracnidi, trovarsi davanti a un esempio tanto evidente di ginandromorfismo bilaterale. Ancora più raro che si tratti di una nuova specie. La scelta del nome ha aperto un dibattito anche nella comunità scientifica, che ha apprezzato il collegamento tra cultura pop e zoologia, sempre più frequente negli ultimi anni. Secondo i ricercatori, la possibilità di dare un nome evocativo, pur rispettando le regole della nomenclatura, aiuta a comunicare meglio le scoperte anche al pubblico non specializzato.

La simmetria dell’esemplare ha attirato l’attenzione di biologi e artisti. Da un lato si nota una chela sviluppata e pigmentata, tipica della femmina. Dall’altro, la stessa struttura è più piccola e meno colorata, segno evidente dell’origine maschile. Questa distinzione, già osservabile a occhio nudo, è stata confermata dalle analisi morfologiche condotte in laboratorio. Nonostante ciò, le cause esatte del ginandromorfismo restano non chiarite. Alcune ipotesi parlano di errori nella prima mitosi dello zigote, altre di mutazioni spontanee avvenute nelle prime fasi di sviluppo.

L’area di Kanchanaburi è nota per l’alta biodiversità, ma questo ritrovamento ha un peso particolare, anche per il suo valore iconico. Lo sappiamo: è raro che un animale riesca a tenere insieme biologia, estetica e narrazione in modo così diretto. In questo caso, la linea di divisione tra fantasia e realtà è più sottile che mai. E forse proprio per questo, il Damarchus inazuma diventerà presto un punto di riferimento in più di un campo: dalla tassonomia alla comunicazione scientifica.

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